incesto
in quella casa in campagna
![](https://img.annunci69.it/annunci/95/1277595/Zindo/icone/1277595.jpg?vers=1463243760)
09.02.2025 |
8.248 |
5
"Era ora che l'atmosfera cambiasse in quella casa..."
Era il pomeriggio avanzato di un sabato di quasi fine maggio. Fabrizio, che ormai si trovava quasi già sulla porta di casa, si era sorpreso non poco nel sentire pervenire dall'interno dell'edificio, attraverso una delle finestre aperte, un gioioso intreccio di "ah, ah, ah,..." e di "oh, ih, oh,,," (da leggere non come tante vocali di seguito, né come gemiti, ma come il suono di due risatine). Risate non fragorose, anzi quasi soffocate.
La sorpresa nasceva dal fatto che in quella casa neanche si sorrideva più da tempo, immaginarsi quindi se si poteva aspettare che ci si potesse ancora ridere.
Era uscito solo qualche minuto prima, al massimo una decina, lasciando l'abitazione nell'ormai solita atmosfera di mestizia quasi funerea, per fare una passeggiata lungo le stradine che si snodavano tra le campagne circostanti. La ragione? Proprio quella di respirare aria aperta, aria serena, e di sfuggire un poco dall'aria pesante (in tutti i sensi) che da mesi, anzi qualche anno, regnava in quella casa.
S'era accorto che, avendo cambiato giaccone, non aveva trasferito dall'uno all'altro né il portafogli, né il telefonino. Era tornato indietro per prenderli.
Il suono di risatine che aveva sentito lo aveva indotto ad aprire il portoncino con molta cautela: se le donne avevano trovato un motivo per ridere era meglio non rovinare l'atmosfera.
Una volta entrato aveva usato altrettanta cautela nel muoversi, cercando di non fare rumori nel recarsi verso la sua camera da letto e prelevare, dal giaccone indossato in precedenza, ciò che aveva scordato.
Altrettanta attenzione posto con le orecchie, al fine di cercare di capire la ragione di quelle risatine.
Indubbiamente il fatto che sua figlia e sua nuora stessero scherzando era cosa bella. Era ora che l'atmosfera cambiasse in quella casa. Non ebbe fretta di recuperare le cose dimenticate e tornare alla sua passeggiata, era contento di quel gradito ed insperato avvenuto cambiamento della atmosfera casalinga.
E' il caso di spiegare sommariamente cos'era successo in precedenza in quella bella e grande casa in aperta campagna, un poco fuori dal paese. Una casa costituita in parte dall'antico casolare dove Fabrizio era nato una sessantina d'anni prima ed in parte da aggiunte realizzate con materiali e tecniche edilizie moderne, a seguito di un progetto studiato da Filiberto, il figlio maschio di Fabrizio, architetto nonché marito di Beatrice e fratello di Adelia.
La ristrutturazione con modifiche era stata fatta per realizzare tre distinti alloggi, uno destinato ad essere abitato da Fabrizio e sua moglie, uno dal già sposato Filiberto , sua moglie Beatrice e dagli eventuali figli che speravano di avere, ed il terzo destinato ad Adelia, l'altra figlia di Fabrizio in procinto di sposarsi.
Le cose non erano andate come previsto.
Per prima cosa c'era stato il ripensamento di Adelia a sposarsi quando il matrimonio era stato già organizzato nei dettagli e mancavano poche settimane soltanto (meno di un mese) all'evento che poi non ci fu. Fabrizio non aveva mai capito il perché sua figlia, all'ultimo momento o quasi, avesse mandato a monte il matrimonio. Sua moglie, allora ancora viva, ma non più oggi, a causa di un tragico incidente avvenuto da quasi un anno, forse sapeva il perché e gli aveva detto "Forse va bene così. Meglio affrontare le chiacchiere della gente pettegola una volta che affrontare una unione che non può funzionare, per tutta la vita". Di più non gli aveva voluto dire.
Al matrimonio saltato era seguito il tragico incidente che aveva portato Fabrizio alla vedovanza e da ultimo (ma questa non era stata una cosa brutta) Filiberto era stato ammesso a partecipare alla realizzazione di un importante lavoro di interesse internazionale ma proprio per questo era stato costretto a doversi trasferire, almeno per un anno, negli Stati Uniti d'America.
Beatrice per seguirlo avrebbe dovuto abbandonare il suo ben remunerato e per lei molto appagante lavoro. Un costo "morale" ed economico troppo elevato per evitare un solo anno di separazione dal marito. Per questo lei era rimasta in Italia, nella villa dove si erano trasferiti poco prima, finendo con il coabitare con la cognata Adelia ed il suocero Fabrizio.
Un poco per il lutto, un poco per la separazione forzata tra Beatrice e Filiberto, un poco per le chiacchiere della gente sul saltato matrimonio di Adelia, tutto aveva contribuito a trasformare i tempi belli di solo due o tre anni prima, in una atmosfera pesantissima . Non aveva alleviato le cose il non abitare singolarmente nei tre diversi alloggi ma, quasi per istinto, occupare tutti l'alloggio di Fabrizio, quello più grande dei tre.
La risatina di quel mattino era stato il primo segnale piacevole dopo tanto, tantissimo tempo.
Intanto aveva contribuito ad iniettare un poco dell'anelata serenità in Fabrizio che non avvertì più come bisogno impellente il tornare a fare la camminata interrotta per recuperare gli oggetti scordati. Forse qualcosa di bello stava succedendo anche in villa. Perciò era restato in casa, ma con discrezione, cercando però sia di origliare che di osservare.
Secondo un certo punto di vista si potrebbe dire che ricevette una ulteriore batosta perché ebbe la certezza che stava succedendo qualcosa che, se la gente avesse scoperto la verità che scoprì lui, avrebbe dato adito a chiacchiere molte più pesanti di quanto era saltato il matrimonio della figlia e molto più abbondanti di quanto era accaduto l'incidente che lo aveva reso vedovo,.
Da altri punti di vista invece... Beh, ognuno giudichi i fatti a seconda del suo modo di pensare.
I fatti sono questi.
Incuriosito dalle voci e dalle risatine Fabrizio, con molta discrezione, s'era spostato a passi felpati per arrivare in un punto della casa dove poter non solo sentire meglio, ma anche vedere qualcosa oltre la porta non del tutto accostata della stanza dalla quale le risatine provenivano: quella normalmente usata da Beatrice.
I suoi occhi videro Adelia che rideva , divertita, cercando di immobilizzare l'altrettanta divertita Beatrice, come se si rincorressero alla maniera di certi giochi di ragazzini d'altri tempi, tipo "l'acchiapparello" in cui vinceva chi riusciva a bloccare l'uno dopo l'altro tutti gli altri partecipanti al gioco.
A stupire Fabrizio non fu tanto l'agilità delle due donne che correvano veloci attorno al letto e a volte su di esso, come fossero acrobate, ma il fatto che...ebbene si...che stessero facendo questo gioco completamente nude.
Quelle nudità sconcertarono molto Fabrizio, non per i nudo ma per il fatto che lui stava osservandole, e che quelle non erano semplicemente due femmine qualsiasi ma erano sua figlia e sua nuora!
Logica avrebbe voluto che fosse stato lui a ritrarsi, a rinunciare a quello "spionaggio", ma in quel momento la logica si era dileguata e dominavano indisturbati gli istinti.
L'istinto di Adelia determinata ad afferrare Beatrice, l'istinto di Beatrice a fingere di voler sfuggire alla sua cacciatrice, ma forse in attesa di diventare preda raggiunta, altrimenti non avrebbe finto di aver esaurite le energie proprio mentre correva sul letto, accasciandosi su di esso per farsi afferrare dalla cognata e, non proprio ultimo, l'istinto di Fabrizio che come padre-suocero non avrebbe mai voluto vedere quelle scene ma che come uomo non ancora abbastanza vecchio da poter accettare l'astinenza dal sesso (al quale era "costretto" da quando era rimasto vedovo, -più di un anno) non poteva risvegliare tutto l'universo dell'eros che era accumulato in lui.
Lasciamo perdere che erano sua figlia e sua nuora, erano comunque femmine, per giunta femmine nude, assolutamente non brutte, non più giovinette ma in piena maturità, ben lungi dal cominciare già a sfiorire (entrambe molto meno che quarantenni), con i seni al vento, femmine giovani, ben fatte, certamente anch'esse "assetate di sesso" essendo una reduce da un lungo fidanzamento malamente interrotto e l'altra costretta suo malgrado a stare lontana dal marito.
Il gioco che stavano facendo denunciava di per se la fame di sesso che le due avevano.
Quella di Fabrizio non era inferiore alla loro.
C'era solo il tabù dell'essere familiari,
"Solo"?. Era un macigno altre che solo un tabù.
Fabrizio forse si sarebbe vergognato delle sensazioni che stava provando e si sarebbe allontanato se quelle due avessero continuato a giocare con l'apparente innocenza dei bambini che facevano ad "acchiapparello". Quelle invece, una volta che Adelia, proprio sul letto, aveva raggiunto Beatrice, (o Beatrice, proprio sul letto, si era fatta raggiungere ed afferrare da Adelia?) si erano guardate negli occhi, abbracciate, baciate. Baciate proprio bocca a bocca, con foga, con introduzione di lingua nella bocca altrui, avevano rotolato sul letto restando abbracciate. Quella sotto allargò le cosce e sollevò le ginocchia. Quella sopra si mosse sull'altra come fosse un maschio che stava penetrandola, prima di ritirarsi a guscio, arcuando le spalle per arrivare a sbaciucchiare i capezzoli della donna sotto di lei, continuando a muovere il bacino, certamente sfregando l'uno contro l'altro i bassi ventri (Insomma: una figa contro l'altra).
Poi ci fu la scena che fece capire a Fabrizio la ragione per la quale sua moglie gli aveva detto che il matrimonio di Adelia mandato a monte, forse non era proprio un male. Infatti sua figlia si era messa con il suo corpo, tra le cosce della cognata, in posizione simile a quella di un musulmano orante per dedicarsi in maniera concentrata ad un lavorio di mano e di dita sul clitoride della cognata, la quale mostrava di gradire sia questo trattamento che le saltuarie interruzioni che Adelia faceva per potersi abbassare e adagiare bacetti sulla parte che stava frizionando.
Come si fa a descrivere quello che provava Fabrizio a quella visione? Prese atto che sua figlia era indubbiamente omosessuale, ma il modo in cui lui prese coscienza di questo è difficilmente descrivibile
Scandalizzandosi? Macché! Prima sentì forte tutto l' amore di padre per entrambe, come se capisse la sofferenza anche della nuora, probabilmente accondiscendente per la carenza di cazzo e sapeva, per esperienza che lui stesso stava vivendo, come ci si sente a fronte di un gran desiderio di esso, non appagabile.
Questo "amore paterno però era misto a una specie di repulsione per quel sapere di avere una figlia ed una nuora...come dire?
Aiutatemi a trovare un termine appropriato. Ditemi voi con quale vocabolo descrivereste il come sentiva "quelle due" Fabrizio. Forse puttane? Forse porche? Forse lesbiche? No, non pensava queste cose però certamente non le pensava neanche donne "normali" , almeno non come donna - figlia (Adelia) né come donna - moglie fedele (Beatrice).
Quindi? Odiava quelle due per caso? Provava sconcerto? Rabbia? Repulsione?
Assolutamente no.
Al contrario. Certamente aveva compassione di loro, ma nel senso positivo del termine, ovvero pensava a loro "con passione", "con affetto", "con amore", "con comprensione".
Sapeva bene Fabrizio cos'è la solitudine notturna nei letti troppo grandi e troppo vuoti. Non solo la solitudine sentimentale ma anche quel patire lo star solo anche fisicamente, con voglie naturali non appagabili.
Anche lui passava le notti pensando a quando con lui c'era stata la sua amata moglie.
Lei non c'era più, ma i desideri vivevano ancora.
Perché pensare che fosse meno doloroso il desiderato ma non possibile appagamento di Beatrice lontano da Filiberto o di Adelia che aveva un orientamento sessuale insolito, ma era pur sempre una sessuata, con i desideri ed i bisogni della sua particolare natura, ma pur sempre "naturali"
No, proprio non riusciva a scandalizzarsi Fabrizio.
Però soffriva per la consapevolezza di essere la persona sbagliata nel posto sbagliato. Lui doveva essere padre, suocero, capo famiglia, non lo stallone del quale la nuora forse aveva bisogno, né essere il censore che poteva impedire Adelia di appagare con la cognata le sue esigenze.
Che grande contraddizione nel povero Fabrizio. Aveva la mente sconvolta, il cuore affranto per il suo, stato e quello di sua figlia e di sua nuora, eppure aveva un cazzo duro, e dritto da fare paura.
Ma l'avete mai viste due femmine fare sesso tra loro?
Fabrizio non le aveva mai viste prima, ma quella volta sì, si era fermato a lungo a guardarle e si era accorto che quelle tutto potevano desiderare tranne che un maschio. Quelle se la spassavano alla grande tra loro due. Non ne ebbe più alcun dubbio quando le donne si posero a sessantanove per leccarsi a vicenda la figa, quando si girarono per baciarsi ancora, quando di nuovo risero.
Ci rimase male quando a Beatrice che disse "Dai rivestiamoci che se torna tuo padre e ci scopre così potrebbe avere un colpo al cuore", Adelia rispose "Il colpo gli potrebbe venirgli nello scoprire che siamo felici così. Lui ormai si crogiola nel dolore e vive con i paraocchi"
Beatrice abbracciò Adelia e prima di baciarla ancora disse "Chissà se davvero non vede o vuol far finta di non vedere. Secondo me quello ha capito tutto"
Così dicendo erano scese dal letto e si stavano dirigendo, abbracciate, verso il bagno annesso alla stanza (ogni camera da letto, in quella villa, aveva il suo bagno).
Fabrizio, pover'uomo, nel suo essere frastornato e confuso da troppe contraddittorie emozioni e sensazioni, neanche si stava rendendo conto di quanto si era eccitato nel vedere le due donne fare sesso tra loro fino a godere entrambe prima di andare a lavarsi insieme.
Infatti davvero non era consapevole dello stare appena fuori la porta, ad osservare dal neanche troppo piccolo spiraglio della porta che era sì accostata, ma non del tutto. Fabrizio con la spalla era appoggiato al telaio della porta e la sua mano era impegnata in una ben "sentita" sega.
Era come scisso in più personalità. Il padre e suocero era scioccato, sorpreso, scandalizzato.
L'uomo ancora giovane (poco più sessantenne), senza più concreti rapporti sessuali da circa un anno (causa tragico evento e conseguente vedovanza), che aveva appena assistito ad un rapporto lesbico tra due donne, era invece eccitatissimo, incapace di trattenere il bisogno di masturbarsi subito, immediatamente, spudoratamente.
Infatti questo stava facendo quando urtò leggermente contro un piccolo tavolinetto al suo fianco, sormontato da tante inutili cianfrusaglie chiamate soprammobili, in realtà bomboniere di varia provenienza, messe lì per non essere state ancora buttate e per raccogliere la polvere. All'urto involontario il tavolinetto aveva traballato, quegli oggetti avevano tintinnato, le donne nella vicina stanza sentirono, si stupirono, guardarono verso la porta, videro Fabrizio che si stava sparando la sua sega
Al "E tu che fai qui?" esclamato dalla figlia Adelia, Fabrizio avrebbe voluto possedere potere magici capaci di farlo sparire nel nulla, ma non ne possedeva e neppure il rossore improvviso delle sue gote riuscì a farlo mimetizzare.
Era uscito a trovare il coraggio di "difendersi" passando la contrattacco chiedendo "Che facevate voi, piuttosto!" mentre cercava di rimettere nei calzoni il suo attributo e richiudere la lampo.
Era Intervenuta Beatrice come se lei fosse tranquilla e serena (ma non lo era affatto) e disse "Qualunque cosa stessimo facendo, se ho visto bene quello che ora stavi facendo tu, a te non deve essere dispiaciuto, O mi sbaglio?"
Fabrizio avrebbe potuto dire mille cose, dal "No, non ti sbagli" al "Non capovolgere la frittata, siete voi che dovete delle spiegazioni a me, non il contrario", ad altre espressioni varie. Scelse il silenzio e il varcare la soglia, scelse di entrare nella stanza.
La figlia stava per dire qualcosa. La nuora saggiamente disse "Perché vogliamo considerare un problema, quello che forse è una soluzione? Perché fare di nascosto ciò che potremmo fare di comune accordo?"
Adelia guardò Beatrice e guardò Fabrizio. Fabrizio guardò negli occhi sua figlia Adelia, sul basso ventre sua nuora Beatrice. Costei sorrise sia ad Adelia che a Fabrizio.
Quello che poteva essere il problema, fu in effetti la soluzione e nella isolata villa di campagna abitata dai tre non ci fu più posto per la tristezza.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per in quella casa in campagna:
![](https://img.annunci69.it/img/ico.cuore.gif)